Entropia. Antico e Contemporaneo in dialogo

Con il concorso EntropiaStudio Lab 138, ha invitato gli artisti a progettare e installare una o più opere che non avessero necessità di muri.

Opere che potessero essere esposte in musei e strutture "intoccabili".

In questa prospettiva, sono stati selezionati 9 progetti che, oltre a mettere in campo il concetto di Entropia, meglio si prestavano al dialogo tra arte contemporanea e luoghi storici.

La mostra concorso, prevede un premio assegnato dalla giuria tecnica, e grazie al coinvolgimento attivo del pubblico, un premio assegnato dalla giuria popolare composta dai visitatori della mostra.

 

Mahmoud Barati riflette sulla circolarità della vita, sulla decadenza e la rigenerazione della natura, mettendo a disposizione del pubblico un busto di creta, Ritratto del professor Biasci, per essere toccato, modificato, rovinato. Un’esperienza tattile che trasforma inevitabilmente ed entropicamente l’opera.

Persistenze è un libro rilegato a mano con cui, Elena Boni, mette in campo una riflessione sulla memoria, sull’impermanenza, e sul processo irreversibile a cui tutto, oggetti, animali, persone, è destinato.  La serie di stampe contenute nel libro il cui titolo si ispira al fenomeno visivo delle cosiddette persistenze retiniche, danno l’idea del processo entropico a cui anche le immagini di questo libro sono e saranno sottoposte.

Un concetto espresso anche da Irene De Sanctis, in arte Eirene, con Vanitas I, che proponendo una natura morta, inevitabilmente ci invita ad una riflessione sul tempo e sull’entropia dell'Universo.

Ajantha DumindDa Jayarasuriya, in arte DuminDa, propone TRI-MOODS. Tre sculture liberamente ispirate alla tradizione culturale Asiatica. Realizzati con carta di giornale cingalese, i tre guerrieri, portano nello spazio espositivo la contemporaneità degli slogan pubblicitari e una iconografia inconsueta per noi occidentali, abituati a pensare all’Antico come a qualcosa relativo alla scultura greco romana.

L’installazione di Werther Germondari, ENTROPIA URBANA, è un’opera che presenta due differenti momenti temporali dello stesso spazio. Ricordandoci l’esperienza quotidiana che cui tutti noi, nelle nostre case, nei nostri spazi, abbiamo con il concetto di disordine ed entropia.

Con The Factory, Claudia Lodolo, traduce tridimensionalmente la sua visione di circolarità Eco-Entropica. Gli elementi artificiali, il gregge di macchinine nere, attraverso un processo di purificazione, tornano ad essere naturali, ovvero, un gregge di pecore.

Molto più pessimista, Preghiera di Mario Naccarato, il quale rievocando la catastrofe atomica, la massima espressione dell’entropia (misura dello stato di disordine di un sistema), ci ricorda che la politica antropocentrica messa in praticata dall’uomo contemporaneo, conduce inevitabilmente all’autodistruzione.

Dafne y Selene con Domino mettono sul tavolo “un mosaico carico di possibilità”. Le tessere “ordinatamente posizionate alla rinfusa” sul piano espositivo, contraddicono le regole del famoso gioco.

Professore di fisica, Roberto Zingoni, attingendo al suo bagaglio culturale per tradurre, tridimensionalmente, una delle possibili traiettorie browniane e il corrispondente valore della costante di Boltzmann. Idealmente collocato all’interno di una lente La Passeggiata costante di Boltzmann, mette in campo il concetto di Entropia e la relazione tra arte e scienza.

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