Bahar Hamzehpour - La Caduta

Comunicato Stampa

Bahar Hamzehpour

La caduta

dal 26 novembre al 2 dicembre 2018

Inaugurazione Lunedì 26 novembre ore 16.30

 

Una delle componenti fondamentali per la costruzione della propria identità è la percezione sessuata di sè.

Diventata un nodo centrale di molte ricerche artistiche, la riflessione sull'identità di genere è sempre più diffusa e trasversale, affrontata da molti nomi illustri come Diane Arbus, Lisetta Carmi, in questi giorni in mostra a Roma, o Shirin Neshat, artista iraniana nota "a livello internazionale come una delle artiste contemporanee più rappresentative nell’esplorare la complessità delle condizioni sociali all’interno della cultura islamica"[1] .

Oggi in Iran, paese natale di Bahar Hamzehpour, con la crescita dell’istruzione, l'aumento dell’occupazione, la ridotta fecondità, e l'autonomia economica, le donne stanno acquisendo sempre maggiore indipendenza, per questo la sua riflessione sulla condizione femminile nelle società patriarcali, è uno sguardo è tendenzialmente rivolto al passato.

Interessata ai temi sociali e alla condizione delle donne nelle comunità maschiliste, Bahar Hamzehpour, ha ritratto e intervistato donne che hanno vissuto all'ombra di un uomo: il padre, i fratelli, il marito.

Nei suoi ritratti ci racconta la storia di vite vissute senza poter scegliere, mettendo in campo una riflessione sulle imposizioni sociali e i vincoli asimmetrici che le tradizioni e le regole sociali, imposte alle donne nelle società patriarcali sotto tutti i cieli.

Storie recenti che, siamo fiduciose, grazie alla silenziosa quanto inarrestabile rivoluzione del World Wide Web, saranno sempre più lontane nel tempo.

Entrando in tutte le case, Internet sta trasformando la società da dentro, e dunque la vita delle donne, anche nei paesi, dove la censura blocca pesantemente le comunicazioni.

 

 

Titolo:

Artista: Bahar Hamzehpour

Tipologia evento: Mostra personale

Curatore: Laura Giovanna Bevione

Patrocinio: Comune di Castel Gandolfo, Comune di Albano Laziale

Date: dal 26 novembre al 2 dicembre 2018

Orario mostra: dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 18.30

Sede: Sala Petrolini, via Prati 6 - Castel Gandolfo (Rm)

Contatti: 327.337.1588 - studiolab138@gmail.com 

Sito: http://studiolab138.altervista.org

 

[1] https://www.artuu.it/2018/05/19/la-cultura-islamica-esplorata-dallartista-iraniana-neshat-shirin/artisti/

 

Nata a Tehran / IRAN nel 1980. È laureata in Biologia marina sempre a Tehran. Ha iniziato la sua esperienza artistica nel 2003.
Dal 2011 ad oggi concentra la sua attività sull’incisione.  Segue il diploma accademico di primo livello in Grafica d’arte all’accademia di belle arti di roma, città dove vive e lavora da 3 anni. Attualmente lavora presso l’accademia di belle arti di roma come assistente e collaboratrice didattica . Abbracia l’arte in tutte le sue forme e modalità d’espressione. Interessata sui temi sociali e questioni delle donne nella comunità maschilistca. Ha fatto delle mostre in Iran negli ultimi 5 anni

Bahar Hamzehpour

La caduta

Comunicato Stampa

La caduta di Bahar  Hamzehpour  ESCAPE='HTML'
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La libertà è donna”
Convegno per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Bahar
La forza, l’intuito, la sincerità’.


Era l’inizio del semestre in Accademia. Bahar ha frequentato il laboratorio della carta del
Dipartimento di Grafica d’Arte ed è stata rapidamente in grado di assimilare le gestualità di
base per trasformare la nozione in una cosa propria, profonda, intima, sua.
Quello che vorremmo veder accadere alla maggior parte degli studenti che affollano le aule
e i corridoi delle Accademie.
L’ambiente frenetico delle scadenze, degli spazi pieni, delle confidenze tra loro mentre
attraversano velocemente il giardino. Relazioni più intime se si tratta di stranieri o ragazzi
fuori sede.
Si stringono tra loro. La città è il veicolo che spesso li assorbe tra le amicizie incerte e un
tessuto urbano anonimo e ce li restituisce Artisti in maniera rapida, inaspettata.
Gli anni più belli. Molti di loro li chiameranno così. Per altri, momenti di passaggio,
ridistribuiti poi nel mondo.
Bahar è un’artista. Si vedeva già dalla determinazione nello scegliere una sincerità
sfrontata in ambiente didattico.
Il luogo delle cose fatte bene ma spesso di fragile motivazione per via della giovane età.
La tecnica a discapito delle appena accennate convinzioni di creativi in formazione.
Poi c’è Bahar che si distingue e scopre rapidamente la via per raccontarci la sua di storia, e
non è una storia semplice, soprattutto descritta da studentessa.
Esporsi, essere valutati, condividere con gli atri, vivere pienamente i luoghi di lavoro.
Richiede determinazione. Quella delle persone che hanno la spinta per cambiare ciò che
non ritengono giusto per loro e usano le nozioni, che imparano, per avere voce.
Mi ha comunicato la sua fiducia e ho potuto finalmente essere io partecipe di una sua
grande rivelazione. Parlare usando quegli strumenti tecnici quali l’incisione, la carta, il
colore, che diventano indispensabili se si vuole avere le parole per raccontare.
L’arte attraverso la tecnica, non il contrario. Così é stato.
Quello che in questi anni di lavoro ha deciso di utilizzare come strumento si è trasformato
subito in linguaggio e ha aperto, alla sua esperienza, le vie del racconto.
I volti e gli ambienti che descrive sono quelli delle donne che lei conosce personalmente, e
che sono accomunate dal tragico destino di aver subito violenze. Spesso letali e
riconducibili alla mano dell’uomo che avrebbe dovuto, potuto, prendersi cura di loro,
accoglierle. Marito, padre, figlio, amante, persona viva in grado di decidere le sue azioni.
Attuale.

La carta sulla quale le scene sono stampate l’ha fatta lei, dalla prima all’ultima fase della
lavorazione. Queste opere, non “esistevano” prima della decisione di Bahar di farle vivere
per raccontarci da donna la storia di altre donne.
Dalla creazione della carta sulla quale proiettare le sue visioni, quindi costruire uno “spazio
protetto e fragile” che accoglie i ritratti, fino a ricercare la sua grande ispirazione leggendo
e coltivando la conoscenza sulla cultura tradizionale Iraniana in relazione a queste storie
di “famigliare” quotidianità. Le donne non hanno volto, sono tutte, siete voi che osservate
ora. Sono fantasmi che tornano per indicarci che la tragedia ha spesso la faccia dei
momenti spensierati in famiglia.
Ovunque, in qualunque famiglia. In alcuni luoghi più di altri essere donna significa essere
di qualcuno, vivere per qualcuno, morire per qualcuno.
Queste opere che ci presenta sono incisioni. Quindi tecnicamente ripetibili fino a quando
possono essere stampate. Il messaggio che si moltiplica e viaggia, la grande forza di
questa scelta stilistica. Non rischia di estinguersi. Ritorna tenacemente oltre qualunque
censura o limite.
Bahar ha attraversato l’Europa. Un viaggio di Persepolis, e ha guardato con gli stessi occhi
meditando lungamente sulla condizione femminile della donna nella cultura medio
orientale, e non solo. Le sue amiche oggi sono europee, Iraniane, orientali, occidentali e lei
si confonde tra tutte, ha la voce e le parole di tutte. Lei è Iraniana e condivide con grande
generosità il suo personale punto di vista sulla questione femminile, tema complesso da
portare al pubblico, da descrivere a noi.
Le tecniche artistiche diventano nelle sue mani delle parole forti, di affermazione.
Indagine, studio, ricerca, relazione con gli altri, di comprensione, ma mai sottomissione o
rinuncia. É questa è la cosa che io personalmente amo di più.
Il coraggio di svelare apertamente le trame. Di disegnare le verità’ che tutti immaginiamo.
Sono felice di aver potuto in qualche modo contribuire a costruire questo linguaggio che si
va via via definendo, perché lei ha cose da dire e deve poterlo fare in maniera continuativa
ed in un
ambiente protetto. L’ho osservata vivere lo spazio dei laboratori in tante forme differenti.
Dalla figurazione alla performance. Da donna forte, energica. Le ho chiesto di condividere
con le studentesse del corso il suo punto di vista dell’essere ragazza emancipata in Iran
attraverso l’arte e la performance. Ne è nato un coro di reciproci rimandi personali. Di
collaborazione, sostegno, gesti gentili, e finalmente vero. Lei ha insegnato attraverso la
sua vita con i suoi strumenti dell’arte cosa significa parlare di se senza perdersi dentro se,
mantenendo una lucida ed energica consapevolezza tra i pugni e il sorriso.
Io voglio poter assistere sempre a queste intime operazioni della forza dirompente che
sfruttano gli strumenti che abbiamo nell’arte per poter stravolgere il luogo comune.
Arte utile e mai superficiale. Forte e coraggiosa, che insegna e che porta lontano.

Voglio creare, sostenere e moltiplicare l’ambiente protetto dove Bahar possa esprimersi.
Sempre e senza mai avere timore perché saremo noi i guardiani a tutela di chi ha voglia di
raccontare anche le verità scomode e senza mediazioni.
Voglio proteggere con gli strumenti nell’arte e non solo chi si espone per portare a noi
consumatori compulsivi d’immagini incapaci ormai di distinguere, ricordando che quello
che a volte sembra
disegno, come in questo caso, rappresenta invece una preziosa chiave di lettura da
celebrare e proteggere tra le mani creando un luogo sicuro di profonda meditazione.
Ascoltiamo il messaggio, osserviamo con attenzione.

 

Riccardo Ajossa
Professore di Tecnologie della carta
presso l’Accademia di Belle Arti di Roma

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Bahar Hamzehpour - Presentazione del Catalogo

Copertina flessibile 36 pagine

Dispponibile su AMAZON € 22,92*

Copertina flessibile: 36 pagine
Lingua: 
Italiano
ISBN-10: 1790852307
ISBN-13: 978-1790852307

*Il prezzo del catalogo è in dollari suscettibile di cambiamento a seguito della oscillazione della valuta

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